INAUGURAZIONE DELLA CONFERENZA DI BERLINO



“I TEMPI CAMBIANO. L’IMPATTO DEL TEMPO SULLA VITA FAMILIARE”


La 62a Conferenza Internazionale della coppia e della famiglia è stata inaugurata il pomeriggio del 22 giugno nella sede del Ministero Federale degli Affari della Famiglia, dei cittadini anziani, donne e giovani, nel centro di Berlino.  Il discorso inaugurale è stato tenuto da Caren Marks, Sottosegretario di Stato del Ministero, che ha dato il benvenuto ai partecipanti, sottolineando che la Germania è orgogliosa di ospitare una Conferenza così importante per la sua storia e per gli argomenti che tratta. Infatti nulla di più attuale è l'analisi del modo con cui noi tutti dobbiamo adeguarci al cambiamento dei tempi e in particolare come l'impatto del tempo influisce sulla vita della famiglia. La Germania da tempo sta studiando strumenti sociali e tecniche organizzative per favorire la conciliazione del tempo nella famiglia e la partecipazione di tutti i suoi componenti alle sue dinamiche. Durante il convegno alcune di questi progetti di conciliazione saranno presentati dai loro autori.
 



La Presidente della Commissione Anne Berger, di Boston, nel salutare gli intervenuti, si dichiara molto soddisfatta della riuscita del meeting, che vede partecipanti da tutte le parti del mondo, non solo da tutta Europa , e dall'Africa, con rappresentanze provenienti dal Ghana, dal Gambia ed dall’Uganda, ma anche dall'Australia, dal Nepal, dalla Corea del sud e, per la prima volta, dalla Cina. L’argomento di questa 62° Conferenza, Cambiano i tempi. L’impatto del tempo sulla vita familiare, sarà di sicuro un tema di grande interesse per tutti i paesi partecipanti che potranno fornire e ricevere importanti contributi e confronti con realtà socioculturali lontane ma, in definitiva, mai tanto diverse.

 
Tra i tanti partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo c’eravamo anche noi, delegati dell’AICCeF, che abbiamo rappresentato l’Italia in questo importante convegno internazionale: la Presidente, Rita Roberto, la collega interprete, Annarita Bandini, e l’addetto stampa, Maurizio Qualiano.




La prima relazione, del giorno dopo, che ha aperto i lavori veri e propri della Conferenza, è stata tenuta dal medico belga Jean Pierre Vanhee, membro della Commissione, che ha avuto il compito di introdurre il tema del meeting sul tempo che cambia e sul tempo della famiglia. 
 
Infatti il titolo della relazione è stato: <Tempus fugit. I bambini hanno il tempo, gli adulti hanno gli orologi>.
E' stato un interessante excursus filosofico e antropologico sull'essenza del tempo, sulla percezione di esso da parte dell'uomo, di come questi abbia cercato di incasellarlo in una categoria o in una dimensione, dimenticando che, forse, ne era il padrone e non lo schiavo. Significativo il paragone con la concezione che hanno i bambini del tempo e del suo uso, spesso improntato al piacere più che al dovere, alla soddisfazione di averne tanto piuttosto che di vedere come sfruttarlo.
Dopo la relazione i partecipanti sono stati divisi in gruppi di lavoro ed invitati a svolgere una discussione corale ed uno scambio d’opinioni sull'argomento. Lingua ufficiale l’inglese. Nel gruppo dove si trovava la delegazione dell'AICCeF, il ghiaccio è stato rotto da un avvocato britannico che ha sottolineato come in Inghilterra stanno aumentando i divorzi a causa dell’aumento del tempo libero. Cioè coloro che, andando in pensione, hanno acquisito molto tempo libero, impattano con il problema di gestirlo, si annoiano a passarlo con il coniuge e credono di trovare nuove prospettive allontanandosene.  E infatti, interviene il belga Vanhee, una recente ricerca ha rilevato che l’uomo è più felice se continua a lavorare ed a rendersi utile, perché riceve maggiori gratificazioni; mentre se aumenta il tempo libero è facile che egli si annoia nella difficoltà di gestirlo. Quindi se hai da fare, mantieni gli orari e gli impegni precedenti, questo allontana la noia e aiuta a vivere felici. Impegnare il proprio tempo libero in attività socialmente utili aiuta la persona ad essere riconosciuti e soddisfatti, mentre non sentendosi utile ed in isolamento la persona deperisce.



L’avvocato inglese sottolinea che l’uomo oggi ha un maggiore benessere economico rispetto al passato, ma ha anche più stress. Più stress si ha e più si vuole tempo libero, ma essendoci tante possibilità, tante offerte ed opportunità spesso non si riesce a scegliere o non si riesce a divertirsi.
La nostra Presidente si inserisce nel discorso parlando dei bambini che oggi ricevono tanti giocattoli, spesso anche poco educativi, perdono rapidamente interesse per essi, che difficilmente stuzzicano la loro fantasia e la riflessione, e non si divertono più. Sarebbe più educativo limitare il numero dei giocattoli e migliorare la qualità pedagogica degli stessi. Un consiglio che si offre alle mamme italiane è quello di ridurre il numero dei giocattoli a disposizione dei bambini, alternandoli, in periodi stabiliti, con gli altri giocattoli preventivamente  accantonati.
Il dott. Vanhee concorda che di fronte ai bambini vi sono tante possibilità e troppi stimoli, a cui essi non sanno rispondere con una scelta giusta e appagante. Considerando che vi sono due livelli di scelta: la scelta istantanea e la scelta riflessiva, di frequente i bambini utilizzano la prima, con grande rapidità e scarsa soddisfazione. Mentre se riflettessero aumenterebbero la scala di interesse verso la cosa scelta.  Per quanto riguarda il tempo, i bambini sotto i 12 anni sono soggetti ai tempi programmati dai genitori, perchè hanno bisogno di regole, che li fanno sentire più sicuri.  I ragazzi da 12 anni in su, invece, preferiscono avere tempo libero, ed averlo sempre, vogliono uscire e non amano gli orari fissi; sono contrari al tempo scandito sulla settimana corta, perché vogliono avere tempo libero tutti i giorni, in egual misura.
Per l’assistente sociale tedesca il tempo dei genitori separati è sempre male programmato. Non ha senso che il papà prenda il figliolo, due ore alla settimana per portarlo al cinema. Non è educativo e non serve. È più utile ai genitori che al figlio. In scandinavia, per esempio, stanno sperimentando un sistema di conciliazione del tempo, per i genitori separati, in cui i figli rimangono nella casa di famiglia ed i genitori vivono, a turno, con loro.
In Inghilterra, riprende l’avvocato britannico, l’istituzione ’famiglia’ non è in primo piano e l’uomo deve lavorare duro e viene giudicato per quanto si impegna e riesce sul lavoro, non per quanto tempo passa in famiglia.
La mediatrice familiare sudafricana riferisce che un antico problema del suo paese è quello dei padri che scappano e spariscono, lasciando molte famiglie senza figura paterna e tutta sulle spalle della donna. Per questo il governo sta mettendo in opera molti progetti finalizzati alla responsabilizzazione degli uomini ed al recupero dei padri alla famiglia .
In Italia, sottolinea la Presidente, le famiglie non sono sostenute da efficaci politiche familiari governative e pertanto la famiglia che ha bisogno di aiuto, si appoggia principalmente ai parenti ed alle associazioni di volontariato. Chi lavora, poi, non può permettersi di avere figli e soprattutto la donna viene penalizzata, rischiando anche il licenziamento La conseguenza triste di questa situazione è che l’Italia è un paese a crescita zero. 

Dopo questi interessanti e stimolanti scambi di opinioni, che hanno consentito di avere un quadro molto variegato della concezione del tempo familiare nelle varie realtà culturali dei paesi partecipanti, si è passati ai lavori dei workshop, laboratori ad argomento prefissato, condotti dai rappresentanti dei paesi, che precedentemente hanno trasmesso alla Commissione la presentazione di un progetto o di un lavoro.
I workshop della prima giornata sono stati quattro:
-1)      “I benefici del tempo. L'importanza degli operai del dopoguerra nelle famiglie” (conduttrice degli Stati Uniti);
2)       “24/7 L'economia e le sfide per la vita della famiglia” (conduttrici di Cina e Germania);
3)       “I cambiamenti della vita familiare degli immigrati in Germania” (conduttore tedesco);
4)       “Mettere i bambini e le famiglie al centro, attraverso un'azione preventiva” (Australia)