LA 58* CONFERENZA INTERNAZIONALE 27 - 29 MAGGIO 2011

La Commissione internazionale per le relazioni della coppia e della famiglia (International Commission on Couple and Family relations ICCFR - Commission Internationale des relations du Couple et de la Famille CIRCF) è stata fondata nel 1953 ed è la più antica commissione dell’Unione Internazionale delle Organizzazioni Familiari, organo consultivo del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. La Commissione collabora con l’UNESCO e con l’UMCEF (Fondo d’aiuto internazionale all’infanzia), è in relazione permanente con numerosi organismi internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Consiglio d’Europa, La Lega degli Stati Arabi, l’Organizzazione dell’Unità Africana e l’Organizzazione degli Stati Americani. L’obiettivo principale della Commissione è di favorire i contatti tra le persone e le organizzazioni che, nel mondo intero, lavorano nel campo della coppia e delle relazioni familiari, al fine di mettere in comune le esperienze e scambiare informazioni.
L’organismo internazionale Include tra i suoi membri operatori del sociale, consulenti coniugali, mediatori familiari, terapeuti, psicologi, insegnanti, giuristi e rappresentanti di Associazioni familiari e professionali di tutto il mondo, e si propone di oltrepassare i confini nazionali e superare le differenze di concezione e di approccio professionale al problema delle relazioni familiari.
La Commissione ritiene che le società stabili e prospere sono basate sul buon funzionamento delle relazioni coniugali e familiari e si è posta gli obiettivi: di far progredire la ricerca su questi temi, di organizzare attività che possono aiutare a risolvere i problemi che sorgono in questo settore e di diffondere i risultati a livello internazionale.
La Commissione, che ha sede a Londra, organizza ogni anno un forum internazionale in cui gli individui e le organizzazioni possono aprire un dialogo multidisciplinare sui problemi e le sfide con cui le coppie e le famiglie si confrontano e sulla capacità delle professioni, interessate al problema, a collaborare a dare risposte adeguate. La prima conferenza internazionale fu organizzata nel 1953 a Lisbona con il titolo “Famiglie ed esperti del sociale” e, dopo di essa, ogni anno in altre città europee, per tre volte in America e, nel 1999, a Durban in Sud Africa. In Italia si è tenuta due volte, nel 1963 e nel 1985 a Milano (cui partecipò come relatrice, Giovanna Bartholini, socia fondatrice dell’Aiccef). Quest’anno la 58° Conferenza internazionale si è tenuta a Gand, Belgio dal 27 al 29 maggio, ed ha avuto come titolo “ La famiglia e l’assistenza sociale: un matrimonio riuscito?”.
Per saperne di più visita http://www.iccfr.org/

Alla Conferenza di Gand (Gent in fiamingo) ha partecipato, come già abbiamo avuto modo di annunciare nei precedenti numeri, una delegazione dell’A.I.C.C.e F. composta dal Presidente, Rita Roberto, dal referente regionale Licia Serino e, in forma privata, da Maurizio Qualiano, redattore della Rivista. L’accoglienza ricevuta dagli organizzatori della manifestazione e dagli altri partecipanti alla Conferenza è stata calorosa e molto coinvolgente.
La lista degli iscritti alla Conferenza ha dato l’idea della dimensione internazionale dell’evento, in quanto vi sono stati partecipanti provenienti, non solo da tutta Europa, compresa Ungheria, Finlandia e Russia, ma anche dall’America, dal Canada, dall’Australia e dal Sud Africa.
L’arrivo a Gand era previsto il giorno precedente l’inizio della Conferenza e i nostri hanno partecipato al cocktail di benvenuto organizzato per i partecipanti dall’amministrazione della città nell’austero palazzo municipale. Dopo il discorso d’apertura del Segretario generale della Commissione internazionale, Marc Morris, gli onori di casa sono stati fatti dal Ministro agli affari sociali dello Stato delle Fiandre, che poi ha fatto da guida nella visita dell’antico edificio, centro del potere della città che nel XIII secolo era più grande di Londra e che ha visto Carlo V iniziare la sua ascesa al trono.
L’apertura dei lavori della Conferenza è avvenuta venerdì 27 Maggio 2011 ed è stata dedicata al rapporto dei media con la famiglia e viceversa. La relazione principale è stata tenuta da Veerle Beel giornalista del quotidiano in lingua fiamminga De Standaard, dal titolo: 'Aiuto,non capisco quel linguaggio!'
La giornalista sottolinea come mai prima d'ora l'educazione è stata argomento di dibattito e mai si è così ampiamente scritto su di essa. La varietà di servizi di aiuto e sostegno forniti alle famiglie è più ampia che mai. E tuttavia vi è un grande divario tra le famiglie e coloro che si occupano della loro assistenza. In primo luogo, non parlano la stessa lingua. Se si parla a coloro che forniscono assistenza, a volte c’è l'impressione che essi provengano da un altro pianeta.
Non che nelle Fiandre manchino servizi di assistenza: dalla culla all'età adulta, anzi. Molta di quella assistenza viene data per scontata, ma cosa succede dopo, quando il bambino ha bisogni speciali? Autismo, disturbo del comportamento, handicap, depressione? Molti genitori non trovano il modo per risolvere i propri problemi. Oppure i genitori hanno paura che gli assistenti sociali portino via i loro figli. Le famiglie e coloro che forniscono assistenza non sempre vanno d'accordo. Ci sono pregiudizi da entrambe le parti. E noi, giornalisti, spesso li alimentiamo, ingrandendo i problemi, cercando il mostro, zoomando sulle notizie più emozionanti e sconvolgenti per il pubblico, piuttosto che scrivere con serenità di fatti e di contesti, di motivazioni e di opportunità.
La relazione è stata molto apprezzata e condivisa da tutti i partecipanti, che nel dibattito successivo, hanno condiviso le medesime problematiche esistenti nei propri paesi e la circostanza che spesso le situazioni si ingigantiscono in modo artificioso, col risultato che i problemi delle famiglie non si risolvono, sull’onda dell’emozione, ed anzi si crea allarme sociale.
Nel suo intervento, Rita Roberto, ha chiesto se i giornalisti possono tentare di usare un linguaggio non violento nella descrizione dei fatti, ed evitare terminologie aggressive e passionali, che creano forti emozioni ed alienano il lettore dal riflettere sui risvolti sociali che la notizia contiene. La Beel ha riconosciuto da un lato che sarebbe molto vantaggioso per tutti adottare un linguaggio più soft, e lei stessa e il suo giornale cercano di farlo, ma che dall’altro certe terminologie rappresentano, purtroppo, una strategia comunicativa ed attirano i lettori!
Dopo il dibattito la sessione è continuata nei cinque diversi gruppi di discussione, formati da tutti i partecipanti, che hanno approfondito la tematica del rapporto media e famiglia da vari punti di vista.
Il secondo giorno di lavori si è aperto con la relazione di Cathy Aymer della Brunel University Inghilterra, dal titolo "Il lavoro sociale con le famiglie delle minoranze etniche e di colore nel Regno Unito: collaborazione in tempi difficili "
Cathy Aymer si preoccupa di come vengono formati gli assistenti sociali a comprendere e intervenire nelle situazioni difficili che si presentano in una società sempre più etnicamente diversa. Alcune famiglie di colore e di minoranze etniche sono state e continuano ad essere sotto grande stress. Le nuove realtà politiche nel Regno Unito, e di altri paesi dell'Unione Europea, non si stanno dimostrando favorevoli alle minoranze etniche, e le condizioni economiche imposte dalla crisi possono costituire una potenziale minaccia per queste famiglie. Gli assistenti sociali devono, pertanto, continuare a promuovere i valori di uguaglianza e giustizia sociale, al fine di lavorare in collaborazione con tali ambienti minoritari. Cathy Aymer ha quindi esplorato le lezioni imparate negli ultimi anni al fine di suggerire alcune indicazioni su come questa collaborazione possa essere raggiunta in questi tempi difficili. Ha analizzato le caratteristiche dei gruppi delle minoranze etniche nel Regno Unito, la struttura delle loro famiglie le leggi al riguardo, le dinamiche di potere esistenti all'interno della relazione fra l'assistente sociale e la famiglia che fa uso del servizio di assistenza.
Interessante il dibattito che è seguito alla relazione, che ha evidenziato come l’immigrazione e la tutela delle minoranze etniche rappresenta un problema sempre più all’attenzione dei governi e che la diminuzione delle risorse a disposizione, possono provocare conflitti sociali.

Il tema del terzo ed ultimo giorno della Conferenza ha riguardato "I modelli familiari sostenuti dagli assistenti sociali: osservazioni critiche sulle prospettive di genere e di classe " tenuta da :Barbara Thiessen, docente all’Università di Landshut,Germania.
La illustrazione di quest’argomento ha aperto la discussione sui modelli di famiglia, sulle costruzioni di classe e genere e sulla capacità di riflettere su quello che pensiamo sia una famiglia. Ma cosa sono le famiglie? Quali modelli gli operatori sociali impiegano quando pensano a una "famiglia normale"? Che cosa si aspettano da madri e padri? Che cosa è ai loro occhi una genitorialità "di successo"? D'altra parte, in che modo la famiglia si sperimenta come cliente?
Tema attualissimo in ogni parte del mondo, che mette in luce le difficoltà di approccio a qualsiasi intervento sulla famiglia, se non si eliminano dall’immaginario collettivo gli stereotipi o i preconcetti sull’idea stessa di famiglia, come spesso i media, l’industria e certi settori della cultura tendono a rappresentare.
La Conferenza si chiude su queste riflessioni e sulle considerazioni conclusive di Marc Morris, il Segretario generale della ICCFR, che ha dato a tutti i presenti l’appuntamento alla Conferenza del 2012, che si terrà a Boston, negli Stati Uniti d’America.